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AL STEWART - Modern Times (CBS 1975) Hot

ImageSe i ‘grandi’ del settore sono, per acclamazione, Nick Drake e John Martyn, i cantautori britannici di ascendenza folk ad avere conosciuto il vero successo commerciale (ovvero a vendere molti dischi in America) sono stati Gerry Rafferty e Al Stewart. Per entrambi si trattò in verità di successo effimero e legato quasi solo a una canzone, Baker Street nel caso di Rafferty e Year Of The Cat in quello di Stewart. Ma mentre il primo (di recente ritornato a far parlare di sé causa la fuga da un ospedale dov’era in cura per eccessi alcolici) ) va considerato artista piacevolmente minore, il secondo merita considerazioni più articolate. Delicato melodista d’indole malinconica in sintonia con la parte più meditativa del suono Fairport Convention, Stewart comincia a farsi notare con il secondo album Love Chronicles (1969), lavoro a tema sulle molte sfaccettature dell’amore che suscita interesse e anche un po’ di scandalo per la presenza in un testo della parola ‘fuck’ (peraltro disinnescata da ogni volgarità dalla caratteristica pronuncia gentile dell’autore). Dopo un paio di lavori interlocutori, Stewart trova nuova ragion d’essere autoriale grazie a Past, Present & Future (1973), dove mette in musica il suo interesse per la storia del Novecento e abbandona in parte i modi gentili nella torrenziale Nostradamus (ovvero tutte le centurie in dieci minuti). Passati due anni, Stewart dà alle stampe il miglior album della sua carriera, Modern Times.

Lo fa lasciando da parte quella certa seriosità che lo aveva sino a quel momento contraddistinto, dando invece lucentezza a tutto il buono della sua arte, ovvero l’attenzione per il dettaglio che rende suggestive le storie quotidiane (la lunga title-track) , il tono rassicurante del canto (Next Time), la capacità di unire il passo costante della ballata folk (The Dark And Rolling Sea) al guizzo pop (Carol) e, da ultimo,  la bravura nell’articolare testi che suonano colti senza essere compiaciuti (Sirens Of Titan). A dare il giusto equilibrio di scorrevolezza e incisività ai suoni contribuisce il produttore Alan Parsons, anch'egli in procinto di diventare molto famoso. Proprio il lavoro di smeriglio di Parsons rende il disco attraente per le radio FM americane che lo programmano spingendolo al n. 30 della classifica USA a 33 giri. Sono i prodromi del trionfo mondiale che arriverà due anni dopo con l’album e la canzone Year Of The Cat. (Antonio Vivaldi)

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