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I nostri preferiti Rock JULIE DRISCOLL, BRIAN AUGER & THE TRINITY - Streetnoise (Polydor 1969)
 

JULIE DRISCOLL, BRIAN AUGER & THE TRINITY - Streetnoise (Polydor 1969) Hot

ImageSiamo nel 1969 e Brian Auger, trentenne inglese, pianista, cantante e soprattutto raffinato organista hammond, ha già alle spalle alcuni albums di notevole successo sia di pubblico che di critica. Ai fidi Clive Thacker (batteria) e Dave Ambrose (chitarra acustica e basso) affianca per la seconda volta (dopo "Open" del 1967) una giovane cantante di grande talento, Julie Driscoll, mette in cantiere ben 16 brani (metà dei quali attinti dal repertorio di altri artisti) e va a sfiorare il capolavoro. "Streetnoise" coglie con grande lucidità i "rumori della strada" dell'epoca e li riversa in un caleidoscopio di immagini musicali che spaziano con grande disinvoltura e classe dal rock al blues al jazz con una Julie Driscoll ispiratissima (quasi una Nina Simone bianca) e lo stesso Brian Auger scatenato all'hammond. Vale la pena citare l'iniziale stupenda "Tropic of Capricorn", "Czechoslovakia" (dedicata ai fatti dell'Agosto '68), le covers di "Light my fire" e di "Let the sunshine in" (dal musical "Hair") la profonda "Looking in the eye of the world" (Auger voce e piano solo) e la strepitosa cover di "All Blues" (di Miles Davis) un pezzo superbo, ma gli altri pezzi non sono da meno..... In questo disco epocale Brian Auger e Julie Driscoll celebrano un perfetto sodalizio artistico e toccano la vetta di entrambe le carriere che in seguito prenderanno strade diverse lasciando per fortuna ai posteri questo magnifico "Streetnoise", a mio avviso uno dei 30 dischi più importanti della storia del rock degli anni '60, un disco assolutamente da scoprire per chi ancora non lo conoscesse. (Nanni Iguera)

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