Lynyrd Skynyrd, ovvero la quintessenza del rock sudista. Nessuna band ha saputo cogliere con pari intensità l’anima più profonda e contraddittoria del sud degli Stati Uniti. Un coacervo di spinte vitali e conservatorismo che, sul piano musicale, ha dato vita ad un sound esplosivo, carico di una roboante energia e di ballate avvolgenti. I Lynyrd Skynyrd, di cui Ronnie Van Zant è l’autorevole e inquieto leader, vantano un grande successo fin dalla prima prova discografica, ma sarà Second Helping, prodotto da Al Kooper, il volano verso la fama internazionale della band. La formazione dei Lynyrd è, già dai primi anni settanta, in continuo mutamento; le intemperanze di Ronnie provocano dissapori e instabilità, ma producono una grande spinta creativa. Second Helping non è incalzante e ruvido come il disco d’esordio. Il terreno sonoro è sicuramente meno accidentato e, forse, meno grezzo, fatto di rock sanguigno e ballate più riflessive. Tuttavia, quest’album destinato a diventare una pietra miliare del “southern rock” tracima di cuore e passione.
Le tre chitarre di Ed King, Gary Rossington e Allen Collin creano un sound inimitabile e la voce di Ronnie Van Zant è un concentrato esplosivo di emotività e ruvidezza. Sarebbe sufficiente citare un classico southern come Sweet Home Alabama per inquadrare il ruolo che Second Helping ha svolto nella carriera dei Lynyrd Skynyrd, ma gli aspetti interessanti dell’album non si esauriscono in un singolo episodio. The Needle And The Spoon, torbida storia di droga e inquietudine, canzoni memorabili come Working For The MCA e Don’t Ask Me Questions danno l’esatta dimensione del talento viscerale e fuori dagli schemi della band. Pochi anni dopo la favola sudista dei Lynyrd Skynyrd subirà una tragica battuta d’arresto. Un incidente aereo costerà la vita a Ronnie Van Zant e ad altri componenti del gruppo. Il loro amore per la strada e per la loro terra sarà sancito in via definitiva da Street Survivors, apparso nei negozi pochi giorni prima che si compisse il dramma. (Ida Tiberio)
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