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BEATLES - Rubber Soul (Emi 1965) Hot

Image Quando il 3 dicembre 1965 uscì in Inghilterra il sesto album dei Beatles, a soli otto mesi da “Help!”, tutti pensarono semplicemente (se così si può definire l'attesa per un evento del genere) ad un nuovo disco dei “Fab four”. Invece qualcosa era cambiato: nel 1964 c'era stato l'incontro con le droghe ('testimoniato' dalla fotografia leggermente deformata in copertina e dalle lettere proto-psichedeliche del titolo) mentre spiritualità (e sessualità) erano entrate prepotentemente nella vita e nella musica del gruppo. Inoltre a giugno Paul aveva inciso, da solo, “Yesterday” e la sua richiesta (respinta) di apparire come unico autore del brano non aveva semplificato i rapporti con John. Il risultato, nonostante si tenda a etichettare “Rubber soul” come un album di transizione verso i successivi capolavori, è una straordinaria sintesi di tutte le singole aspirazioni e le conseguenti tensioni di quei giorni.

Anche per questi motivi, pur essendo l'ultimo disco costruito dai Beatles con la classica scansione dell'album pop, nella musica si respira una fortissima pulsione verso una totale libertà creativa e compositiva. Tra le quattordici canzoni spiccano “Drive my car”, corpo rock in un'anima black, con chitarra e basso che raddoppiano il riff dietro la voce (come Steve Crooper e Donald Dunn dietro Sam and Dave) e un uso del tamburello di Ringo che arriva direttamente dal sound Motown; “Norwegian Wood” segnata dal sitar di George, utilizzato qui per la prima volta; “Nowhere Man”, dalla singolare introduzione a cappella e due diamanti purissimi come “Michelle” di McCartney e “Girl” di Lennon. (Danilo Di Termini)

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