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T. REX - Electric Warrior (A&M 1971) Hot

ImageIl tempo ha ridotto la “Bolan-mania” a una curiosità culturale legata a un’epoca remota, ma fra il 1971 e il 1973 le cose stavano in altro modo. Secondo l’autore di “I Was There – Gigs That Changed The World” Mark Paytress, ”era dai tempi della Beatlemania che la Gran Bretagna non assisteva a manifestazioni d’isteria come quelle scatenate da Marc Bolan. Come se John, Paul, George e Ringo si fossero fusi in una sola persona, Bolan reinventò il divismo pop per la generazione post-Beatles”. Fu “Electric Warrior” l’album che sancì il trionfo del riccioluto musicista. Se fino a poco prima i T. Rex (il gruppo-emanazione di Bolan) erano stati incerti fra donovanismo e rock, quest’album sceglie decisamente il secondo.

E’ un lavoro scorrevole e fluido (“Mambo Sun”, il boogie di “Jeepster”) che, grazie anche alla produzione di Tony Visconti, suona bene e comunica buone vibrazioni unite a una certa carica erotica (“Get It On”) subito recepita dalle ragazzine che strillavano come pazze ai concerti del gruppo. Lo si considera un caposaldo del glam-rock, ma è difficile trovare ‘eccessive’ queste canzoni, giacché il Bolan sopra le righe era in realtà quello dei concerti. Altra affermazione da manuale rock è che “Electric Warrior” sia l’album in cui i T. Rex più si avvicinano a Bowie e agli Spiders From Mars. Certo, Bowie aveva altra intensità, ma se si ascoltano “Placet Queen” o “Life’s A Gas”, è inevitabile immaginarsi in presenza di uno Ziggy più placido e meno adrenalico. Poi anche Bolan finirà vittima delle droghe ‘veloci’ e conoscerà un lungo declino artistico interrotto nel 1977 da un fatale incidente automobilistico. (Antonio Vivaldi)

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