Chi ci capisce qualcosa è bravo. Addentrarsi nella discografia di uno come Billy Childish (Billy Infantile) fa sembrare un giochetto perfino seguire fedelmente ogni nuova uscita di Elvis. Detto semplice, Billy ha inciso e pubblicato dischi in continuazione a partire dalla fine degli anni ’70. Ha cambiato nome ai suoi gruppi come normalmente si cambiano le calze (ad oggi: Pop Rivets, The Milkshakes, Thee Mighty Caesars, The Delmonas, Thee Headcoats, The Natural Born Lovers, The Buff Medways, The Musicians Of The British Empire), senza contare che spesso al gruppo madre se ne affiancava una versione femminile, con nome simile. Ha scritto, dipinto, illustrato ed esposto in proprio in giro per il Regno Unito e oltre. Insomma: ha tirato (molto) dritto per la sua strada senza preoccuparsi di facilitare la vita a chi, magari, era interessato a seguirlo.
La sua ipotesi musicale è primitiva: garage rock, di tanto in tanto virato folk, inciso come si faceva una volta. Niente effetti o sovra incisioni o rimescolamenti: elettricità pura e semplice, suono analogico, e pedalare. Inutile dire che i suoi dischi sono a) splendidi e b) quasi tutti uguali. Dunque, per una volta, ci permettiamo di consigliare una raccolta, ovviamente su doppio CD, capace, perlomeno, di dare un’idea di fondo delle doti e follie del personaggio. Lungo i 25 anni di musica qui riassunti incontrerete canzoncine pop deformi, punk inglese senza pose e senza spille, blues bianco del più fino, scherzi e lazzi assortiti. Non tutto, va da sé, è diamante. Ma in questo caso anche il fango, soprattutto il fango, vi colpirà diritti allo stomaco. Un eccentrico originale in tempi di eccentrici fasulli. Non è poco per nulla. (Marco Sideri)
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