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I nostri preferiti Rock TRIFFIDS – Calenture (Domino 1987)
 

TRIFFIDS – Calenture (Domino 1987) Hot

ImageNegli anni ’80, mentre l’occidente soffriva sotto il giogo simonleboniano, guastatori sonori provenienti dal Grande Oriente d’Australia cercavano di sovvertire l’ordine synth-costituito. C’era chi lo faceva deragliando psiche e suoni (Nick Cave), chi dilatando la propria rabbia (Died Pretty) e chi dilatando le proprie chitarre (Hoodoo Gurus). Poi c’erano i Go-Betweens, in cerca dell’equilibrio fra nevrosi e melodia, e infine c’erano i Triffids, ovvero la musica che avrebbe suonato Tom Verlaine sotto il sole australiano anziché sotto la ‘marquee moon’. L’anno scorso la ristampa di “Born Sandy Devotional” aveva fatto parlare di capolavoro ritrovato e ora si ristampano i due eccellenti capitoli successivi, il rustico “In The Pines” (rimissato con cinque pezzi in più) e il sofisticato “Calenture”, primo lavoro del gruppo a uscire, nel 1987, per una major come la Island. “Calenture” è il disco ‘grande’ della formazione guidata da David McComb.

Suoni potenti con batteria molto in primo piano come l’epoca richiedeva (“Kelly’s Blues”), spessi tocchi orchestrali (“Bury Me Deep In Love”), persino cori quasi soul (“Hometown Farewell Kiss”) per un album che provava a essere commercialmente appetibile eppure non riusciva mai a nascondere la sofferenza della voce, dei testi e delle melodie (“Unmade Love”, “Jerdacuttup Man”) di McComb, scomparso per le solite tristi cose nel 1999. La ristampa aggiunge alcuni brani dello stesso periodo (non fenomenali) e un secondo cd che ricostruisce un ‘ur-Calenture’ riproponendo le canzoni dell’lp in versione demo o comunque diversa dall’originale. (Antonio Vivaldi)

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