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I nostri preferiti Rock JOHN MAYALL – Jazz Blues Fusion (Polydor 1972)
 

JOHN MAYALL – Jazz Blues Fusion (Polydor 1972) Hot

ImageJazz Blue Fusion è forse il miglior album in assoluto di John Mayall, anche se fare delle scale di merito nella ultradecennale carriera di questo storico polistrumentista è molto difficile. Mayall si avvale in questo disco dal vivo, registrato in parte a Boston e in parte in uno degli ormai noti collegi di New York, dell’accompagnamento alla chitarra di uno dei più grandi maestri di colore, Freddy Robinson, dell’eccezionale Blue Mitchell alla tromba, Ron Selico alle percussioni, Clifford Solomon al sax e naturalmente Larry Taylor al basso. Questo è il primo tema che avvicinerà Mayall sempre più al jazz, anche se non sempre con risultati soddisfacenti (Ten Years Are Gone lo ha dimostrato ampiamente). La musica è avvincente, spesso esuberante, e non poche volte è sorretta da un incessante ritmo: lo sviscerato blues, che sorge dalle chitarre di Mayall e di Robinson, si fonde magnificamente con la sezione dei fiati, dando un insieme pulito che scorre limpido e preciso. Il vecchio jazz di New Orleans sembra rivivere in un’altra epoca in questo album che comprende in tutto sette brani.

Apre la prima facciata Country Road, un pezzo dove la spiccata voce nasale di John e la sua armonica a bocca duettano magnificamente con la chitarra di Freddy Robinson, segue Mess Around, con il sassofonista Clifford Solomon in particolare evidenza. Good Time Bolgie è un vero capolavoro di esuberanza e di ritmo, un boogie trascinante vecchio stile dove la tromba di Blue Mitchell tesse con Solomon un brano entusiasmante. Chiude la prima facciata Change Your Ways, mentre Dry Throat, un pezzo particolarmente suggestivo, molto jazzato, apre la seconda parte. Exercise In C Major For Harmonica, è sicuramente il miglior brano del disco: qui Mayall e Larry Taylor danno un’esaltante prova delle loro capacità e della loro eccezionale comunicatività e, allo stesso tempo, John riesce, con la sua armonica, a creare atmosfere impensabili.Got To Be This Way termina, a dire il vero con una certa monotonia, questo interessante album.
Una nuova esperienza e una nuova ricerca per questo artista che molto ci ha dato e che molto ci potrà ancora dare, se riuscirà a liberarsi da questa tormentosa crisi, che ultimamente lo ha colpito. Come un tempo ebbe il coraggio di lasciare il blues più profondo, che egli riusciva ad esprimere, ora Mayall deve riuscire a cambiare il proprio repertorio attuale e probabilmente l’unica soluzione possibile sarà quella di cambiare formazione, dato che gli ottimi ricordi di Jazz Blues Fusion sono sempre più un vero ricordo. (Danilo Bergamini)
(da Pop Records n. 4 - aprile 1974)

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