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I nostri preferiti Jazz CARLA BLEY - Fleur carnivore (Watt 1989)
 

CARLA BLEY - Fleur carnivore (Watt 1989) Hot

ImageParafrasando l’assunto per il quale dietro ogni grande uomo ci sarebbe una grande donna e senza voler scadere nel gossip, per Carla Borg si potrebbe affermare che a ogni periodo della sua carriera corrisponde un amore con un grande musicista. Gli inizi, quando arrivata giovanissima a New York nel 1957 sposa Paul Bley che incide per primo le sue composizioni in forma di song; gli anni della Jazz Composer’s Orchestra, delle grandi suite (“A genuine tong funeral”, la celeberrima “Escalator over the hill”) e della Watt fondata nel 1973 con il suo compagno Michael Mantler; la liason con Steve Swallow, che prosegue felicemente ad oggi, in cui la scrittura per big band è alternata a quella per gruppi più ristretti. Questo live del 1988, inciso al Montmartre di Copenaghen con un’orchestra di quindici elementi, si apre con “Fleur carnivore”, scritto per celebrare i dieci anni dalla morte di Duke Ellington: introdotto da un sinuoso e nostalgico assolo di Wolfgang Puschnig al sax alto, trova magnifico sviluppo nelle note della tromba di Lew Soloff che evoca le atmosfere dei ruggenti anni di Scott Fitzgerald.

Con “Song of the eternal waiting of canute” affiorano sonorità latine con il trombone di Gary Valente al proscenio. La seconda facciata è tutta in due composizioni tratte da “Sextet” del 1987, “The girl who cried champagne” e “Healing power”, meno incisive delle precedenti, ma con ottime improvvisazioni solistiche. La Bley, nel suo stile, epigono di Ellington e Gil Evans, punteggia discretamente con brevi note, mantenendosi dietro le quinte, come solo i grandi leader sanno fare.  (Danilo Di Termini)

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