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I nostri preferiti Jazz PAUL BLEY - Closer (ESP 1966)
 

PAUL BLEY - Closer (ESP 1966) Hot

ImageAvendo esordito nel 1954 per l’etichetta di Charlie Mingus, con un trio che oltre al monumentale contrabbassista, vedeva Art Blakey alla batteria, non era difficile pronosticare una luminosa carriera per il pianista canadese, nato a Montreal nel 1932, che a soli ventun’anni aveva suonato con Charlie Parker di passaggio nella sua città. Nei dodici anni successivi alla prima incisione, Bley allestisce un quintetto con Don Cherry, Ornette Coleman, Charlie Haden e Billy Higgins; partecipa alle sedute del ‘Jimmy Giuffre 3’ con Steve Swallow; sposa Carla Borg, convincendola a proseguire la sua attività di pianista e compositrice, suona con Sonny Rollins (con il quale registra “Sonny meets Hawk”), inizia a sperimentare un nuovo strumento, il sintetizzatore. Ce n’è abbastanza da comprendere di trovarci al cospetto di un gigante della storia del jazz, spesso sottovalutato a causa del suo carattere schivo e del suo ascetico rigore. “Closer”, secondo disco per la newyorchese Esp, raccoglie sette composizioni dell’ex moglie Carla Bley (tra le quali la romantica “Ida Lupino”), una di Annette Peacock e “Crossroads” di Ornette Coleman (incisa otto anni prima nel favoloso quintetto di cui sopra).

Con Bley al pianoforte, Stewe Swallow al basso e Barry Altschul alla batteria, fautori di un ‘trialogo’ ininterrotto, frantumato in cellule brevissime, repentinamente trasformate, in poche battute, in strutture melodiche compiute: dopo il gruppo di Bill Evans con Scott La Faro e Paul Motian, sono loro gli autentici fondatori del trio jazz contemporaneo, ancor oggi per molti aspetti insuperati. (Danilo Di Termini)

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