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I nostri preferiti Jazz HERBIE HANCOCK - The Piano (Columbia 1979)
 

HERBIE HANCOCK - The Piano (Columbia 1979) Hot

Image Tra i molti dischi che si potrebbero scegliere nella vastissima produzione di Hancock, "The piano", originariamente uscito solo in Giappone nel 1978, occupa un posizione molto particolare. Ormai archiviata l'esperienza con Davis, il percorso musicale del pianista di Chicago si divideva tra l'elettro-funk, che tanta popolarità e successo gli avrebbe dato (vedi alla voce Headhunters) e il progetto più marcatamente jazz del V.S.O.P. Quintet che riuniva Ron Carter, Freddie Hubbard, Wayne Shorter e Tony Williams. In quegli anni la Sony stava iniziando a sperimentare la registrazione direct-to-disc e cioè l'incisione immediata sul master in acetato e non su nastro: in pratica al musicista è chiesto di suonare 'in diretta' per sedici minuti senza interruzione e senza post-produzione.
Hancock dopo aver registrato con questa tecnica il 17 e 18 ottobre “Direct Step”, insieme ad un gruppo elettrico, dieci giorni dopo opta per la solitudine del pianoforte acustico e prepara due differenti suite, con i brani comunque separati da una piccola pausa: la prima parte prevede tre standard - "My funny Valentine", "On green dolphin street" e "Someday my prince wil come" - e la seconda quattro originali - "Harvest Time”, “Sonrisa”, “Manhattan Island” e “Blue Otani”. La musica che ne sgorga è di una purezza cristallina, essenziale e intima, senza alcun orpello o ornamento artificioso, quasi che la costrizione temporale dei sedici minuti costringa l’esecutore (e improvvisatore) a non suonare nemmeno una nota superflua o eccessiva. Il disco è stato recentemente ristampato in cd con l’aggiunta di quattro alternate take. (Danilo Di Termini)
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