Registrato il trenta novembre di trentaquattro anni fa a New York, “Conference of the birds” è il primo progetto da leader di Dave Holland; arriva dopo l’elettrizzante militanza con Miles Davis (“Filles De Kilimanjaro”, "In A Silent Way”, “Bitches Brew”), da cui fu prescelto per sostituire Ron Carter; ma anche dopo il bellissimo “Where fortune smiles” insieme a John Surman e John McLaughlin e l’esperienza del gruppo “Circle” con Chick Corea, Barry Altschul e Anthony Braxton. Proprio gli ultimi due, insieme a Sam Rivers completano la formazione impegnata nel disco; il titolo e l’ispirazione vengono dalla casa londinese nella quale viveva all’epoca il contrabbassista: ogni mattina, racconta, ascoltavo “gli uccelli cantare soli o insieme, declamando il loro concetto di libertà in musica”.
Un manifesto programmatico che si definisce in sei brani attraversati da improvvise e violente folate “free” (“Four winds” dagli accenti quasi progressive, “Interception”), ma in cui i quattro protagonisti sono anche capaci di momenti intensamente elegiaci (la magnifica ballata che dà titolo all’album, “Now here, nowhere”). Braxton e Rivers, entrambi impegnati al sassofono e al flauto, sono torrenziali nei loro assoli spesso risolti in entusiasmanti dialoghi, mentre è difficile pensare alla batteria di Altschul come ad uno strumento suonato da una persona sola. A tenere tutto insieme, il maestoso pulsare di Holland, autore anche delle sei composizioni: incisione più calda del consueto stile ECM per un disco che merita in pieno la definizione di capolavoro. (Danilo Di Termini)