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Concerti Concerti RAVA/DI CASTRI/BALKE/HERAL – “Space is the place” al Teatro Modena
 

RAVA/DI CASTRI/BALKE/HERAL – “Space is the place” al Teatro Modena Hot

ImageAll'interno del 'mostruoso' programma dell'edizione 2007 del Festival della Scienza c'è spazio anche per il jazz. Così mercoledì 31 ottobre alle ore 21, al Teatro Gustavo Modena, Enrico Rava (tromba), Furio di Castri (contrabbasso e live electronic), Jon Balke (piano e tastiere, live electronic e sample) e Patrice Heral (batteria, percussioni e sample) hanno presentato “Space is the place”, una produzione esclusiva del Festival dedicata allo Spazio profondo. Introdotto da un breve montaggio di colonne sonore di celebri film in tema, il concerto si apre con “Certi angoli segreti”, un bel tema del trombettista che da qualche tempo risiede a Genova, ben sostenuto dai suoi tre compagni. Improvvisamente, sul fondale dietro ai musicisti, inizia la proiezione di una serie di immagini che proseguirà per tutta l'ora e mezza dello spettacolo: pianeti e satelliti del pianeta solare, galassie in movimento, spezzoni di film di fantascienza (da Meliès a Tim Burton), astronavi e shuttle che decollano, fiammeggiano, atterrano, entrano in orbita con tanto di astronauti e Tito Stagno immortalato nel giorno fatidico della conquista della Luna. E che c'azzecca direbbe Di Pietro (e voi con lui)? Niente, in effetti.
ImageLa musica prosegue tra alti (pochi) e bassi (più numerosi), non entrando mai in relazione con quello che, fastidiosamente, scorre sullo schermo e che potrebbe essere sostituito, senza grandi sussulti, da un documentario sulla vita degli ippopotami o sulla fioritura delle camelie. Già la musica: evidentemente il quartetto non ha avuto moltissimo tempo provare; i musicisti, presi singolarmente, sono tutti bravissimi. Ma l'ensemble decolla raramente, nonostante il grande impegno profuso da Patrice Heral sui tamburi (a volte eccessivo e un po' rigido), le mille diavolerie elettroniche di Balke, il paziente e preciso lavoro di tessitura di un maestro del contrabbasso come Di Castri. Rava, che ha, da sempre, qualcosa di siderale nel suo approccio allo strumento, svolazza imperturbabile, improvvisando, punteggiando, riportando tutto ad un senso, musicale, compiuto. Due bis, tra cui una sorprendente versione di “Blue moon”: della quale vi lasciamo indovinare le immagini di accompagnamento. (Danilo Di Termini)
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