Musica italiana
E' una questione di stile e di consistenza di fondo, forse: c'è chi invecchia senza paura di mettere in mostra magagne e fragilità, vedi alla voce Leonard Cohen, e chi si ostina a fare il giovane sboccato ed elastico per sempre, e son figure patetiche. Vero Mr. Jagger? Sia come sia, è un rischio che per fortuna non si corre nei territori ampi e variegati del folk progressivo, dove a volte i decenni che passano sono più un mero marcatore cronologico che una iattura con annesse complicazioni reumatoidi. In Inghilterra ad esempio succede con i magnifici Fairport Convention, da noi con una formazione palpitante e matura come il Canzoniere Grecanico Salentino. Che con Quaranta festeggia una storia iniziata nel 1975, quando sui palchi giravano Nccp e Musica Nova, e prosegue a tutt'oggi con eccellenti risultati: peraltro ben messi in rilievo anche dalla stampa internazionale, dal Guardian al New York Times. L'ensemble pugliese guidato dal vocalist, percussionista e violinista Mauro Durante qui trova modo di collaborare con gente diversa e ugualmente valida come Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Alessandro Gassman, Erri De Luca, che regala uno dei suoi testi incendiari e dolenti. Si rinnova il piccolo miracolo di note che sembrano ataviche e sono di oggi, sono state appena messe al mondo, e hanno il profumo del tempo meditato. (Guido Festinese)
Il viaggio inizia sulla tormentata, dolce bellezza degli arpeggi pianistici di Mirko Signorile, uno dei più raffinati pianisti jazz attivi nella Penisola. Non è un disco di jazz, però, questa nuova prova in duo di Carone e Signorile, esperienza già tentata anni fa con Far Libe. E' una sorta di “riflessione d'autore” ( testi di Marisa Romano e Luca Basso) sul tema del viaggio, quello fisico, e quello che la capacità evocativa della parola riesce a mettere in scena, sulle ali della fantasia. I testi alla base sono Le città invisibili di Calvino e Il libro dei viaggi di Beniamino di Tudela: meri spunti per creare dodici “stazioni musicali” scandite dal pianoforte, e dalla bella e misteriosa voce di Carone, in italiano e in yiddish. Viene in mente che, in una versione meno scarna e “autoriale”, con arrangiamenti e strumentario adeguato (e immagini a commento) questo lavoro sarebbe una magnifica prova di neo prog o di art rock che dir si voglia. Chissà che non ci abbiano già pensato. (Guido Festinese)
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