Musica italiana
Una partecipata campagna di crowdfunding, ormai (quasi) unica via per chi vuole andare per la propria strada, anche se la strada, per dirla con De André, è “in direzione ostinata e contraria”. Alla fine Ginevra di Marco ce l'ha fatta. Ha riunito i “suoi” musicisti attorno, a partire dalle tastiere di Francesco Magnelli e dalle corde varie di Andrea Salvadori, e ha realizzato il suo piccolo grande viaggio. Emozionante per lei, doppiamente emozionante per noi. La “Negra” del titolo è Mercedes Sosa, voce indomita della sua Argentina e dell'America Latina tutta, in momenti in cui cantare le canzoni per una vita più dignitosa e meno sdrucita dalle bizze dei potenti poteva significare essere imbarcati in un “volo della morte” dai militari, penthothal addosso, e poi giù nell'Oceano da un aereo. Con la sua grazia imperiosa, una voce che sembra cristallo di rocca, una “presenza” che per altre signore del canto è un miraggio, Ginevra di Marco sceglie di non lasciare altro, alle canzoni di Mercedes, che l'essenziale e distillata polpa sonora della verità, alternando brani che sembrano scolpiti nella storia alle sue storie di canto. Passano Alfonsina y el Mar, Te Requerdo Amanda, Todo Cambia, e a volte bisogna faticare per cacciare indietro l'umido che assedia gli occhi. Lo stesso che, racconta Ginevra, toccò a lei, una ventina d'anni fa, quando per la prima volta le melodie della “Negra” le si cucirono addosso, trovando facile varco in orecchie e cuore sulla soglia dell'attenzione. (Guido Festinese)
Forse non ha avuto molta fantasia a ribattezzarsi, ma Antonio Gramentieri, con Don Antonio, ha voluto prendersi uno spazio per sè; con i Sacri Cuori, Gramentieri si è guadagnato, in pochi anni, il rispetto e le collaborazioni con grandi artisti come i Calexico, Dan Stuart dei Green On Red, Hugo Race, John Parish , Howe Gelb e di certo molti altri che ora sfuggono alla memoria…. Don Antonio potrebbe essere anche visto come una rutilante colonna sonora di un film inesistente, dalla struttura principalmente strumentale ( anche se ci sono alcune canzoni piuttosto abbozzate e vocalist importanti come lo stesso Race nell’iniziale Sera) con parentele nel lavoro di artisti come Goran Bregovic (non per la ‘balcanità’ ma per l’approccio generale ) o nelle musiche d’ atmosfera delle orchestrine di Boris Kovac. Non mancano, ovviamente, atmosfere sudiste, chitarre languide, fisarmoniche, fiati squillanti e perfino un fischio morriconiano. Tutto sommato nella cantina di Don Antonio ci si diverte con intelligenza e garbo, come in un bel film, dai titoli di testa a quelli di coda. (Fausto Meirana)
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