
In più, “Il suicidio del samurai” rappresenta una prova artistica interessante, una somma di canzoni che mettono finalmente in equilibrio istinto aggressivo e una propensione melodica che Roberta, Alberto e Luca non hanno mai mostrato così apertamente. Il resto, anche l’antipatia che i tre suscitano, fa parte del companatico r’n’r da sempre e va accettato. Se il modello Motorpsycho non è mai stato così vicino, gli eventuali plagi sono allontanati da testi più che discreti e da una tecnica che non sostituisce mai il cuore. (John Vignola)