Non sono uno di quelli che storce il naso di fronte all'utilizzo di voci che non ci son più su musica muova, anzi. In fondo anche la letteratura ed il cinema spesso utilizzano sensazioni revivant per infondere nuove linfe artistiche in un mondo culturale sempre più assuefatto di tecnoditate e poco altro. L'esplosione Confusional Quartet paly Demetrio Stratos sta molto nel programmatico titolo: la voce, declinata in tutte le possibili modalità a cui lo scomparso e compianto Stratos ci aveva educato, è qui strumento tra gli strumenti, mai sovrasta e mai sorpassa. Il lavoro musicale dei Confusional Quartet, quartetto bolognese con nuovo si batterista ma storia musicale radicata nei primi anni ottanta è un profluvio innarestabile di convulsioni no wave, suggestioni etno parmigiane, propulsioni marinettiane e chi più ne ha ne metta ma mai, ribadisco, mai superando un gusto sopraffino nella composizione. L'utilizzo, con la benedizione della moglie di Demetrio e la cortesia di Gitti, detentore dei nastri, della voce, di "quella" voce è perfettamente coniugato al punto che, vien quasi da pensare, che con la curiosità intelletuale che lo contraddistinse, lo stesso Demetrio in universo parallelo, stia già tenendo concerti con i fantastici quattro. Oltrearea, se mai si può, e qui si può. (Marcello Valeri)