Dieci anni fa, il pirotecnico chitarrista savonese Roberto Sassi, che molti ricorderanno sul palco con la sua pedaliera di effetti a mezz'aria manovrata direttamente a colpi di anfibio, quando i Cardosanto incendiavano le serate dell'underground ligure, ha fatto una scelta motivata e radicale: se n'è andato in Inghilterra a cercare miglior fortuna. Ha fatto bene, perché la sua chitarra mutante ed imprendibile è stata accolta bene, e oggi Roberto suona con i grandi dell'improvvisazione radicale senza etichette, in quel mondo dove sfumano i sconfini tra i generi. Tra i molti progetti nei quali è coinvolto, ci sono i Forebrace, creatura sonora ideata dal clarinettista Alex Ward. Questo è il loro secondo disco, ed è una bomba sonora contemporaneamente spietata ed accessibile, come certe cose degli Zu, come il furor incendiario dei Last Exit. Riff spietati, torsioni dei ritmi fino a cavarne disseccati scheletri minimali, il clarinetto che sembra implorare e commentare beffardo il tutto assieme, la chitarra di Sassi che cresce, incorpora rumori parassiti, satura ogni spazio lasciato libero dal flusso, inventa piste cromatiche e dissemina schegge puntute che fanno girare la testa. Se siete in deficit di energia, questa è la perfetta miscela sonora energizzante. (Guido Festinese)