Il Diario di Disco Club
Diario del 15 febbraio
Telefono, "Discooocluuub", "Buongiorno, vorrei parlare col direttore artistico", "Non c'è".
Davanti alla vetrina, bambinetto "Mamma cosa sono questi libri?", la mamma "Non è una libreria è un negozio di dischi", bambino "Oh figo figo".
Squinternato (non bimbo) con mamma, cerca dischi italiani, ci chiede "Dite un po', voi che siete del mestiere, Vasco Rossi, qual è il vero nome?".
Anziano, "Sto cercando Giorgia di Ray Charles in 45gg", "Usato", lui "No, nuovo", "Non lo fanno più da anni", lui, sorpreso, "Ah, non si trova?!?".
Telefono, "Discooocluuub", "Scusi, per il pagamento anche il bancomat va bene?". Il pagamento di cosa? Boh, in tutti i casi rispondo "Sì".
Svampito, non giovane, "Avete il disco di Giusy Ferrero con la canzone Alghero? Quelle sì che erano canzoni, non quelle di ora, le schifezze di Sanremo". Va bene, ma chi cantava Alghero? Giusy Ferrero, Giusy Ferreri, Giusi Romeo o Giuni Russo?
Telefono, "Discooocluuuub", signora "Vende dvd?", io secco "No". Un minuto dopo, telefono, "Discoooocluuuub", lei "Vende dvd?", io "Me lo ha già chiesto poco fa", lei, piccata, "Ho guardato le pagine gialle e c'è scritto che lei li vende", io "Non l'ho fatto scrivere io, visto che non li abbiamo mai avuti", lei, sempre più innervosita, "Sì, ma sulle pagine gialle c'è scritto!". Facciamo a gara a chi sbatte giù il telefono per primo.
Ancora telefono (e bastaaaa!), "Discooooocluuuuuuub", "E' tanto che non compro dischi, com'è adesso per regalare i dischi?", "In che senso?", "Non so, esistono ancora i cd o i lp?", "Esistono entrambi, non c'è problema", lei, rassicurata, "Bene vorrei regalare il cd dei Volo", ahia ecco che c'è un problema, "Non c'è".
Un problema lo ha anche il Maratoneta, è qualche giorno che cammina grattandosi il fondo schiena, chiediamo "Cosa hai?". Non lo avessimo mai fatto, lui parte dall'inizio "Pensavo di avere le emorroidi", prosegue con una descrizione accurata prima della visita del dottore (vi risparmiamo i particolari, soprattutto sulla lunghezza del dito indagatore), poi delle conseguenze della malattia: "Quando vado di corpo brucia un po', però la faccio bella" (questo ci rassicura) e conclude con l'esito della visita, "Non ho le emorroidi, ho le arachidi". Effettivamente le arachidi in quel posto devono essere dolorose.
Diario del 28 gennaio
La settimana scorsa, il giorno più freddo, al mattino, mentre stavo arrivando, ho pensato "Speriamo che non ci sia davanti alla vetrina qualche barbone, con questo freddo sarà ancora sotto le coperte, se non si è sentito male". Detto fatto, arrivo e vedo un fagotto dalla porta, mi avvicino e quel fagotto prende le forme di un uomo anziano coricato per terra sui cartoni. Come altre volte do qualche calcione... no, possibile che pensiate sempre male di me?, non a lui alla mia serranda. Niente, non si sveglia, provo a toccarlo, ancora niente. Effettivamente l'aspetto non è tanto bello, un po' cianotico. Si avvicina una signora "Ma è vivo?", lo guardiamo, respirare respira, ma con fatica, la mia aiutante "Chiamiamo l'ambulanza?". La chiama e dopo dieci minuti arriva. Ci provano anche i ragazzi della Croce senza successo. Lo caricano e lo portano via a sirena spiegata. In tutto questo tempo si è accalcata un po' di gente, la maggioranza peoccupata per le condizioni del clochard, altri hanno continuato a far colazione e a scherzare nei tavolini vicini del bar, qualcuno è andato oltre "Non si può andare avanti così. Bisogna impedire a questa gente di venire in Italia, chissà da dove viene questo, tutti qui capitano i disgraziati!".
Passano i giorni e controllo sempre il Secolo, per fortuna nessuna notizia negativa. Finalmente l'altro giorno un altro barbone ospite dei nostri portici, ci porta notizie: è vivo!
Al momento delle elezioni l'attuale sindaco di Genova aveva proclamato "Entro due mesi basta barboni per le strade". Sono passati non due mesi, ma quasi due anni e sotto i nostri portici (come tutti gli altri della città) i clochard si sono moltiplicati. Ah, ancora una cosa, abbiamo saputo il nome del nostro barbone, si chiama Angelo ed effettivamente è un extracomunitario: viene da Pra' (no, ho sbagliato, Pra' fa ancora parte del comune di Genova!).