Il Diario di Disco Club

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Diario del 7 febbraio
Anche questa mattina due homeless mi aspettano davanti alla vetrina. No, non vogliono comprare un disco, dormono, uno a destra e uno a sinistra. Solito calcio alla vetrina e urlo "Devo entrare!". Quello a sinistra si alza velocemente e raccatta le sue cose, quello a destra non è molto d'accordo, "Cosa vuoi? Tu hai casa, noi no. Noi dormiamo qui". Non è il solito africano dei "biscotti", questo è rumeno e molto meno accondiscendente a lasciare il posto. Alla fine si alza, continuando a borbottarmi contro, e con una certa calma toglie i cartoni, le bottiglie di vino (vuote) e alla fine mi propone una tregua "Ci paghi il caffè?", io "Con quello che mi hai detto direi di no", lui (memoria lunga) "Anche l'altra volta mi hai detto di no" (mesi fa), io "Va bene ve lo pago, ma la prossima volta mettetevi davanti alla vetrina di Outsider, dovresti saperlo che lei apre alle dieci, mentre io arrivo alle otto e mezza", lui mi indica una calza dentro il vaso dei vicini "No, vedi, c'era quel negro di merda (sempre lui, il mio gentile amico dei biscotti)". "Divide et impera" era un motto degli antichi romani e vale sempre, così come la conseguente guerra tra poveri. Per il barbone rumeno il nemico non è il ricco, ma il migrante africano che gli ha fregato il posto davanti alla vetrina dove si può stare un'ora di più a dormire alla mattina.

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Diario del 29 gennaio
Il migrante dei biscotti ormai non migra più. Si è trovato bene davanti alla mia vetrina. Daiana del bar Verdi ogni mattina gli offre un cappuccino con brioche. Anche oggi ha dormito un po' di più, lo devo di nuovo svegliare, questa volta non si spaventa, mi dice "Ciao capo" e si affretta a far sparire il suo letto. Lo premio con l'ultima scatola di biscotti retaggio della festa dei 52 anni del negozio, ringrazia con un inchino. Mentre faccio le aperture quotidiane, sento bussare garbatamente sulla porta, è lui che sorridendo mi chiede "Tu non fumi?", "Mi spiace, mai fumato". La prossima volta mi toccherà prepararmi un pacchetto di sigarette.
La riapertura pomeridiana è molto più tragica, in un momento il negozio si riempie dei leader delle varie categorie di rompipalle. Avevo fatto fatica a liberarmene, ma il buonismo di Dario me li ha riportati tutti dentro. Per primo il supercampione. E' vero, vi ho detto che è migliorato, ma qualche colpo dell'antica classe rompipallesca rimane. Al mattino mi aveva tenuto dieci minuti a fare ordini, adesso rientra e fa le stesse domanda nell'altra postazione a Dario. Mi trattengo a stento dall'insultarlo, ma quando se ne va e Dario mi chiede se avessi già ordinato io un disco per non ripetere l'ordinazione, gli faccio vedere che lo avevo già fatto all'alba. Conclusione: gli cancello anche il mio ordine, così, invece di un ordine doppio, zero ordini.
Subito dopo una doppietta, Ottavio da Dario e Scusssssi da me. Per quest'ultimo Dario (nonostante il mio divieto) aveva ordinato tre cd dei Cradle of Filth; la settimana scorsa sono arrivati e sabato ne ha preso uno, io burberamente "E gli altri due? Vuoi fare come al solito e non ritirali?". Oggi torna e, dopo averni fatto la solita domanda pleonastica (nel senso che non richiede una risposta, perché se la dà già da solo) "Scusssi Gian, Marilyn Manson fa heavy metal satttannico?", compra un secondo cd di quelli messi da parte e tutto tronfio "Hai visto Gian che sono venuto a prenderli? Tu non ci credevi", io "Veramente ne hai ancora uno da parte e altri cinque o sei l'anno scorso non li hai ritirati". A questo punto lui, non semplicemente tronfio, ma addirittura trionfante e sorridente, "Vedi Gian, diceva Oscar Wilde Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli", e dopo avermi sparato questo aforisma di Wilde se ne va contento. Nel frattempo, nella postazione di Dario, Ottavio porta indietro, ancora sigillato, un cd comprato sabato, "Ho sbagliato, te ne ordino un altro al posto di questo", lo ordina, esce, rientra dopo dieci secondi, va da Dario, "Ci ho ripensato, cancella quello e mettimi quest'altro". Un po' ci godo, così Dario impara.
Per finire due richieste volanti. Moglie con marito al seguito, "Voglio il cd nuovo di Amy Winehouse". Ragazzo dall'aspetto nemmeno troppo buzzuresco accompagnato dalla ragazza, "Non tenete musica neomelodica?", rimango perplesso "Ad esempio?", lui "Nancy", io "Nancy?", lui "Nancy Coppola" e, vedendo la mia espressione ignorante, aggiunge "Tipo Maria Nazionale".
Ore 18:59, oggi si chiude un minuto prima.

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Diario del 24 gennaio
Ma che bella giornata! Mi sveglio al mattino....
Sì, alle 8;00 scendo a prendere la macchina, giro la chiave per entrare nel garage, dove oltre alla mia, ce ne sono un'altra ventina. Giro a destra, giro a sinistra, niente da fare la porta non si apre. Fa anche abbastanza freddo questa mattina, aspetto per una ventina di minuti, nessuno oggi prende l'auto. Trovo il numero del telefonino del gestore del garage, lo chiamo, non risponde, ci riprovo per altre 5 volte senza risultato. Ecco che suona il mio telefonino, sarà il garagista? No, è Dario "Gian, sto male, non ce la faccio a venire", "Stai a casa, non c'è problema". Il problema c'è, guardo l'orologio, sono le 8:37, devo andare ad aprire e nessuno esce questa mattina. Non mi resta che correre a piedi verso il negozio, faccio il nuovo record, 18 minuti per percorrere 2 km e 400 metri.
Ecco davanti alla vetrina Guspe e Falchetto, metto le mani in tasca per prendere le chiavi, "Porca miseria! Sono in macchina". Eccomi sono ....chiuso fuori. Telefono a Ciarde (terzo socio), che dovrebbe averne un altro paio, le ha lasciate a casa, prende la moto, vola a casa e finalmente alle 9:20 entro in negozio dopo un'ora e venti minuti! Guspe e Falchetto se ne sono andati, non il Rompiballe n.1, che entra dietro di me. A questo punto devo confessarvi una cosa, il Rompiballe sta perdendo posizioni, ogni giorno compra qualcosa, non si soffia più il naso davanti a me (appena un po' più in là), prima si trascinava in negozio come un vecchietto, adesso sembra Speedy Gonzales e nella classifica dei Big Clienti di gennaio è addirittura al terzo posto!
Chi non perde posizioni è Ottavio, la sua telefonata non manca mai, nemmeno questa mattina, a tenergli compagnia prima una signorina della Telecom e poi un'altra signora che precisa subito "Non voglio venderle niente, solo prendere un appuntamento con un nostro dipendente", io "Sì, ma voi cosa fate?", "C'interessiamo d'energia", "Appunto, non m'interessa".
Finalmente entra un cliente, "Avete un cd delle mondine?", "No", "Non so dove trovarlo, ho provato dalla Ricordi. Ma non c'era più", io "Cosa, il cd?", lui "No, la Ricordi".......

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Diario del 22 gennaio
Dopo il momento di buonismo di sabato, bisogna tornare alla solita atmosfera, altrimenti nessuno mi crederà più quando rispondo al telefono "Discoooooooocluuuuuuub".
A proposito di telefono, quando entro come al solito controllo se qualcuno mi ha chiamato, quasi sempre alla domenica o altro giorno festivo c'è chi ci prova. Infatti anche oggi trovo una telefonata persa, cerco sul nostro database telefonico e individuo il colpevole, Marco A. (che ha già al passivo un'espulsione abbastanza violenta, a parole). Sicuramente sarà stato alla ricerca, come al solito, di una qualche edizione introvabile dei cd di Coltrane, e fin qui quasi normale. Il fatto è che, non solo ha chiamato alla domenica, ma alle 20:48!
Mentre faccio i soliti lavori di routine del mattino, una voce insistente mi disturba. E' una signora che davanti alla vetrina al telefono racconta tutte le sue sventure a un'amica, quelle passate, quelle presenti e già prospetta quelle future, concludendo, dopo un quarto d'ora, con un poco ottimistico, "Io, ogni genere di uomo l'ho provato e non c'è uscito niente". Non stento a crederle....
Dario sta servendo un cliente dietro il banco, mi chiama "Gian puoi servirlo tu, che io seguo la signora". Mi avvicino e mi investe subito una puzza, che colloca subito il cliente tra i primissimi posti dei "puzzoni" di Disco Club. Cerca tutte le colonne sonore di James Bond, pensa che possano stare in un cd, ma concede "anche due va bene". Guardo sul database olandese, ma l'aria è sempre più irrespirabile, faccio finta di cercare, ma dopo pochi secondi gli dico "Non c'è niente". Per fortuna non insiste e se ne va, mentre entra l'amico Giorgio, che arriccia il naso e dice "Lascio la porta aperta?". Grazie Dario per avermi ceduto questo nuovo cliente.
Non è nuovo quello successivo, ma è sempre stato difficile riuscire a vendergli qualcosa, anche oggi ha una delle sue richieste particolari, "Cerco quella canzone che si sente sempre alle radio e che fa....", si mette a cantare e la sa quasi tutta, non la conosco o non la riconosco, ma s'intromette Dario, "Può fare una cosa, scarica sul telefonino Shazam e quando sente la canzone, avvicina il telefono, così scopre il titolo". Guardo Dario con aria dubbiosa e dico all'amico Francesco "Sempre a fare il gentile, anche con gente che fa perdere tempo". Al pomeriggio squilla il telefono, Discooocluuuub", "Sono quel cliente che questa mattina cercava una canzone, c'è mica il suo collega?", glielo passo e alla fine del dialogo Dario ordina un cd di Franz Ferdinand, "Visto che è servito?". Tarda serata, mi preparo a chiudere, squilla il telefono, ormai siamo in zona "non rispondo, è tardi, potevi pensarci prima", ma quello non molla, dopo due minuti di tortura mi decido "Discoooocluuuub", la solita voce smorta e zoppicante, "Il suo collega, quello con gli occhiali e corpulento, mi ha ordinato un disco di Franz Ferdinand, volevo dirgli che non mi serve più" e posa. Ben gli sta a Dario, ha ordinato un disco inutile e si è beccato una botta di ciccione.
E' tardi, quasi le 19 in punto! Spengo le luci della vetrina e di metà negozio, mi metto la giacca e faccio le chiusure. Entra una giovane coppia, la ragazza "Possiamo fare un giro?", io "No" e indico le luci spente, lei "Sta per chiudere?", io "No, ho chiuso".

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Diario del 20 gennaio
Arrivo in negozio alle 8:20 e trovo che il dormitorio dei portici è ancora in funzione: due sono davanti alla vetrina di Outsider e uno alla mia. Questo è proprio sulla porta. Mi tocca svegliarlo. Provo a dire "Devo aprire", ma lui dorme profondamente, non si vede nemmeno il viso sommerso com'è da una serie di coperte; allora do un calcio, no belin cosa pensate? non a lui, alla mia serranda, che fa un gran clangore, lui balza fuori con gli occhi fuori dalle orbite, si guarda intorno terrorizzato, non capisce cosa sia successo fino a quando non alza gli occhi e mi vede, gli faccio vedere le chiavi "Devo entrare", lui "Scusa" e si affretta a tirare su tutte le sue cose, raccogliendole in due sacchi, porta via i cartoni/materasso. E' un ragazzo di colore, un migrante, probabilmente il rumore che ho provocato, gli ha fatto venire in mente altri ricordi recenti e lo ha spaventato. Io entro e vedo che lui cerca di pulire alla meglio il posto davanti alla porta dove era coricato; con le mani è difficile, penso "Quasi quasi vado a prendere la scopa nel retro e gliela passo", mi avvio, c'impiego poco a tornare e gli passo quello che ho in mano, lui lo prende e mi ringrazia. Ah, dimenticavo, in mano non avevo la scopa, ma un pacco di biscotti, era sul mobile del retro. Ho pensato che forse a lui avrebbe fatto più piacere mangiare qualcosa che mettersi a ramazzare, del resto il vento aveva già spazzato via tutto.

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Diario del 17 gennaio
Ore 9:35, sto creando una nuova sezione di offerte nell'espositore vicino alla porta ed ecco che si affaccia lui, il signor Amandla. Cosa vorrà oggi? "Ciao Gianni (sarei io, quasi giusto). Mattiniero", io "Veramente è un'ora che sono qui", lui "Ciao e salutami Zucchero (?), ottimo Amandla" e se ne va canticchiando "O mia bella mora no, non mi lasciare...".
Dopo poco entra una coppia di amiche, una procace bionda e l'altra scura di chiara origine sudamericana; questa seconda chiede a Dario un cd di Amy Winehouse, la bionda ci guarda con un sorriso malizioso e, con un accento che rivela chiaramente la sua origine russa, "Avete musica sexy". Non so se io e Dario abbiamo fatto una faccia strana, sta di fatto che lei subito si scusa per la richiesta, "Scusa, scusa, a me piace la musica sexy, mi rilassa", sempre sorridendo. Peccato che U Megu se ne fosse appena andato....
A riportarci a pensieri meno allegri, ci pensa la signora che entra subito dopo col marito. Prima chiede dei dischi del Volo (e già questo mi fa perdere il sorriso), poi indaga da quanti anni siamo qui e, quando le dico che sono più di cinquanta, si lancia "Allora conoscevate la signora che aveva la gelateria qui di fronte? Pensi che eravamo amiche sin dall'infanzia, eravamo vicine di casa e, guardate il destino, quando i nostri genitori sono morti, li hanno sepolti nel cimitero di Molassana proprio vicini anche lì. Adesso non pensate che io sia necrofora, ma quando io e la mia amica ci siamo trovate lì, davanti alle due tombe, lei ha detto 'Adesso rimaniamo solo noi e le prossime saremo noi', dopo pochi mesi lei se ne è andata". Per dieci minuti ha parlato solo lei, ci ha raccontato tutto di lei e della sua amica dalla nascita alla morte dell'altra, mentre il marito (e noi) non è riuscito a spiccicare una parola, si è limitato a pagare il cd. A casa riuscirà qualche volta il bravuomo a interrompere il flusso di discorsi e di disgrazie dell'allegra consorte?

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